sabato 31 dicembre 2011


PENSIERI DI FINE D'ANNO a Nocera Umbra


Ci sono due tipi di imprenditori :

Quelli che finanziano le imprese con denaro proprio,con i propri risparmi,che rischiano i propri sudori,che si preoccupano della sorte di coloro che col lavoro collaborano alla buona riuscita della azienda,che ,se le cose vanno male e costringono a portare i bilanci in Tribunale,a chiudere le porte della fabbrica,seguono la sorte dei loro operai,rimangono senza casa,senza elicottero,senza maggiordomo.Quest'anno milleseicento di questi imprenditori non sono riusciti a superare la vergogna di aver fallito,il dolore di vedere sul lastrico le famiglie dei loro operai,e si sono suicidati.

Ci sono anche quelli che fanno gli imprenditori senza cavare dalle proprie tasche nemmeno un euro,che non assumono alcun rischio nell'impresa,sono molti dei giorni nostri , che operano esclusivamente con gli euro delle Banche,quelle stesse Banche che fanno tante storie e trovano tanti ostacoli per finanziare centomila euro ad un volenteroso artigiano ed a occhi chiusi finanziano milioni di euro ad un imprenditore improvvisato ,incapace, destinato al fallimento. Sono le stesse

Banche che sbancate dai grandi imprenditori sono salvate dal fallimento dai loro stessi Dirigenti ai quali, politici pavidi, consegnano il Governo del Paese per spennare i soliti coliones.

Quest'ultimi imprenditori quando chiudono i cancelli della fabbrica non piangono,per loro gli operai sono solo numeri senza volto e senza famiglia,per loro la vita continua come prima,nella stessa villa,con lo stesso elicottero,la stessa barca,lo stesso maggiordomo.Loro non si suicidano.Si suicidano gli operai non ammanicati coi sindacati.

Chi sa a quale categoria appartiene Antonio Merloni ? Sarebbe sufficiente conoscere quanti euro

ha tirato fuori di tasca sua per la fabbrica di Nocera.


A Babbo Natale ho chiesto una potente lente di ingrandimento,e me l'ha portata.

Ho cercato in lungo ed in largo la traccia dell'operato degli Amministratori Comunali.Niente. Esistono ma non hanno ancora iniziato a muoversi.Sono da mesi in attesa delle decisioni perugine,dalla Regione e dalla Provincia.

Il Sindaco assicura di “ essere in contatto” con la Sereni. Un tète a tète da innamorati.

Buona dormita:

L'unico che non dorme è l'Assessore alle Finanze.

In nome della Lega ha affisso i manifesti per annunciare che i padani non sono coliones.Si sono stancati di lavorare per mantenere noi oziosi terroni. Basta regali.

Dovremo emigrare a Bergamo.Ci porteremo dietro anche il progetto delle sette città nocerine?

Buon anno

Angelo Frillici





domenica 2 ottobre 2011

epurazione Comunale



EPURAZIONE COMUNALE


Sempre peggio.

Da oltre un decennio va di moda “ l'epurazione” : Cambia il Sindaco,cambia la maggioranza e la prima operazione che compiono è l'epurazione.

Succede dapertutto. I destinatari sono i dipendenti delle amministrazione guidate dai politici,quelli eletti dal popolo.

Anche nelle amministrazioni comunali, i colpiti dall'epurazione sono quelli che occupano le poltrone più importanti,che hanno prestigio e voce in capitolo,sopratutto i “ Dirigenti”.Mica gli spazzini o gli impiegatucci dietro lo sportello,per costoro non ne vale la pena.

All'indomani del voto i vincitori mettono in funzione la Commissione di Epurazione,che analizza

il comportamento e l'affezione tenuta dai dipendenti più influenti nei confronti della caduta

amministrazione dei vinti e sopratutto la collaborazione prestata ai vincitori nella campagna elettorale.

Come fece la “ Commissione di Epurazione”,l'organo creato dopo la caduta del fascismo per rimuovere dai loro incarichi le persone coinvolte con il passato regime. Così pensavano,allora, di attuare la “defascistizzazione “dello Stato.

Oggi la purga è più leggera:Non vieni cacciato via,non sei mandato in mezzo alla strada,perdi solo la poltroncina dietro la scrivania;cambi ufficio,sei trasferito in un altra stanza,più buia,al piano di sotto,dove nessuno ti vede ed ossequia ,tutte le mattine quando entri in Comune.

Adesso l'operazione ha cambiato nome,si chiama “ Riordino della macchina amministrativa” nell'interesse del miglior funzionamento a favore degli amministrati.

Chi è stato sostituito,si dice, è incapace e non può continuare a coprire un ruolo di dirigente importante.L'abbiamo sostituito con un funzionario nuovo,gran lavoratore,grande esperto della materia che deve trattare,di lui i cittadini possono aver fiducia.

Per qualcuno l'epurazione magari ci azzecca ,come direbbe Di Pietro,perchè lo sfrattato affettivamente era un oziosetto incapace ed è stato facile trovarne uno migliore che lo sostituisce.

Ma nella maggior parte dei casi il motivo vero dell'epurazione è far fuori i nemici,quelli che non hanno collaborato alla vittoria finale o che sono stati troppo vicini ai perdenti quando governavano.

Anche se il convento non ha gente idonea,più capace . in grado di sedere con successo sulle poltrone dalle quali sono stati cacciati gli epurati .Per lo più vengono riportati a galla,vengono risuscitati gli epurati dalla precedente amministrazione.Si riscalda la minestra di quattro anni fa.

Funzionari che hanno già dimostrato quello che erano in grado di fare:Pochino,ma gente sicura nell'amicizia dei vincitori.

E' consolante per gli epurati:Resteranno in letargo per quattro anni ma poi risorgeranno.Se gli amici torneranno a vincere le prossime elezioni.

Un consiglio per chi può correre il pericolo di prossime epurazioni: Siate furbi,navigate sott'acqua,nascondetevi.Non rispondete mai “Sì “ o “ no” rispondete “ni”,ma sempre col sorriso in bocca e la carezza affettuosa,come fanno i preti. Indossate sempre in testa un cappello a larghe falde,per non far leggere quello che pensate.Soprattutto durante la prossima campagna elettorale

non siate tanto coliones da partecipare in piazza,in prima fila al comizio di qualche schieramento che poi perderà le elezioni.

.Attenzione perchè qualcuno dei servizi segreti avversari potrebbe anche fotografarvi mentre battete le mano, e quella sarà la prova decisiva della vostra epurazione.

E non cercate di fare il furbetto,come ha tentato qualcuno che conosco,quando aveva individuato il vincitore e l'ha abbracciato.E' capitato che l'hanno sgamato,l'hanno ringraziato e poi fregato.

Sappiate che ,dopo la fine della Prima Repubblica,non ci sono più Santi Protettori che tutelano la libertà d'espressione della appartenenza politica.Non esistono più i potenti Partiti Politici organizzati nel territorio che fungevano da cani da guardia e proteggevano il gregge.

Oggi solo sacrestanelli che saltano da una Parrocchia all'altra,comandano e spariscono in una stagione,lasciandovi soli e nudi di ogni protezione.


Angelo Frillici


EPURAZIONE COMUNALE


Sempre peggio.

Da oltre un decennio va di moda “ l'epurazione” : Cambia il Sindaco,cambia la maggioranza e la prima operazione che compiono è l'epurazione.

Succede dapertutto. I destinatari sono i dipendenti delle amministrazione guidate dai politici,quelli eletti dal popolo.

Anche nelle amministrazioni comunali, i colpiti dall'epurazione sono quelli che occupano le poltrone più importanti,che hanno prestigio e voce in capitolo,sopratutto i “ Dirigenti”.Mica gli spazzini o gli impiegatucci dietro lo sportello,per costoro non ne vale la pena.

All'indomani del voto i vincitori mettono in funzione la Commissione di Epurazione,che analizza

il comportamento e l'affezione tenuta dai dipendenti più influenti nei confronti della caduta

amministrazione dei vinti e sopratutto la collaborazione prestata ai vincitori nella campagna elettorale.

Come fece la “ Commissione di Epurazione”,l'organo creato dopo la caduta del fascismo per rimuovere dai loro incarichi le persone coinvolte con il passato regime. Così pensavano,allora, di attuare la “defascistizzazione “dello Stato.

Oggi la purga è più leggera:Non vieni cacciato via,non sei mandato in mezzo alla strada,perdi solo la poltroncina dietro la scrivania;cambi ufficio,sei trasferito in un altra stanza,più buia,al piano di sotto,dove nessuno ti vede ed ossequia ,tutte le mattine quando entri in Comune.

Adesso l'operazione ha cambiato nome,si chiama “ Riordino della macchina amministrativa” nell'interesse del miglior funzionamento a favore degli amministrati.

Chi è stato sostituito,si dice, è incapace e non può continuare a coprire un ruolo di dirigente importante.L'abbiamo sostituito con un funzionario nuovo,gran lavoratore,grande esperto della materia che deve trattare,di lui i cittadini possono aver fiducia.

Per qualcuno l'epurazione magari ci azzecca ,come direbbe Di Pietro,perchè lo sfrattato affettivamente era un oziosetto incapace ed è stato facile trovarne uno migliore che lo sostituisce.

Ma nella maggior parte dei casi il motivo vero dell'epurazione è far fuori i nemici,quelli che non hanno collaborato alla vittoria finale o che sono stati troppo vicini ai perdenti quando governavano.

Anche se il convento non ha gente idonea,più capace . in grado di sedere con successo sulle poltrone dalle quali sono stati cacciati gli epurati .Per lo più vengono riportati a galla,vengono risuscitati gli epurati dalla precedente amministrazione.Si riscalda la minestra di quattro anni fa.

Funzionari che hanno già dimostrato quello che erano in grado di fare:Pochino,ma gente sicura nell'amicizia dei vincitori.

E' consolante per gli epurati:Resteranno in letargo per quattro anni ma poi risorgeranno.Se gli amici torneranno a vincere le prossime elezioni.

Un consiglio per chi può correre il pericolo di prossime epurazioni: Siate furbi,navigate sott'acqua,nascondetevi.Non rispondete mai “Sì “ o “ no” rispondete “ni”,ma sempre col sorriso in bocca e la carezza affettuosa,come fanno i preti. Indossate sempre in testa un cappello a larghe falde,per non far leggere quello che pensate.Soprattutto durante la prossima campagna elettorale

non siate tanto coliones da partecipare in piazza,in prima fila al comizio di qualche schieramento che poi perderà le elezioni.

.Attenzione perchè qualcuno dei servizi segreti avversari potrebbe anche fotografarvi mentre battete le mano, e quella sarà la prova decisiva della vostra epurazione.

E non cercate di fare il furbetto,come ha tentato qualcuno che conosco,quando aveva individuato il vincitore e l'ha abbracciato.E' capitato che l'hanno sgamato,l'hanno ringraziato e poi fregato.

Sappiate che ,dopo la fine della Prima Repubblica,non ci sono più Santi Protettori che tutelano la libertà d'espressione della appartenenza politica.Non esistono più i potenti Partiti Politici organizzati nel territorio che fungevano da cani da guardia e proteggevano il gregge.

Oggi solo sacrestanelli che saltano da una Parrocchia all'altra,comandano e spariscono in una stagione,lasciandovi soli e nudi di ogni protezione.


Angelo Frillici


EPURAZIONE COMUNALE


Sempre peggio.

Da oltre un decennio va di moda “ l'epurazione” : Cambia il Sindaco,cambia la maggioranza e la prima operazione che compiono è l'epurazione.

Succede dapertutto. I destinatari sono i dipendenti delle amministrazione guidate dai politici,quelli eletti dal popolo.

Anche nelle amministrazioni comunali, i colpiti dall'epurazione sono quelli che occupano le poltrone più importanti,che hanno prestigio e voce in capitolo,sopratutto i “ Dirigenti”.Mica gli spazzini o gli impiegatucci dietro lo sportello,per costoro non ne vale la pena.

All'indomani del voto i vincitori mettono in funzione la Commissione di Epurazione,che analizza

il comportamento e l'affezione tenuta dai dipendenti più influenti nei confronti della caduta

amministrazione dei vinti e sopratutto la collaborazione prestata ai vincitori nella campagna elettorale.

Come fece la “ Commissione di Epurazione”,l'organo creato dopo la caduta del fascismo per rimuovere dai loro incarichi le persone coinvolte con il passato regime. Così pensavano,allora, di attuare la “defascistizzazione “dello Stato.

Oggi la purga è più leggera:Non vieni cacciato via,non sei mandato in mezzo alla strada,perdi solo la poltroncina dietro la scrivania;cambi ufficio,sei trasferito in un altra stanza,più buia,al piano di sotto,dove nessuno ti vede ed ossequia ,tutte le mattine quando entri in Comune.

Adesso l'operazione ha cambiato nome,si chiama “ Riordino della macchina amministrativa” nell'interesse del miglior funzionamento a favore degli amministrati.

Chi è stato sostituito,si dice, è incapace e non può continuare a coprire un ruolo di dirigente importante.L'abbiamo sostituito con un funzionario nuovo,gran lavoratore,grande esperto della materia che deve trattare,di lui i cittadini possono aver fiducia.

Per qualcuno l'epurazione magari ci azzecca ,come direbbe Di Pietro,perchè lo sfrattato affettivamente era un oziosetto incapace ed è stato facile trovarne uno migliore che lo sostituisce.

Ma nella maggior parte dei casi il motivo vero dell'epurazione è far fuori i nemici,quelli che non hanno collaborato alla vittoria finale o che sono stati troppo vicini ai perdenti quando governavano.

Anche se il convento non ha gente idonea,più capace . in grado di sedere con successo sulle poltrone dalle quali sono stati cacciati gli epurati .Per lo più vengono riportati a galla,vengono risuscitati gli epurati dalla precedente amministrazione.Si riscalda la minestra di quattro anni fa.

Funzionari che hanno già dimostrato quello che erano in grado di fare:Pochino,ma gente sicura nell'amicizia dei vincitori.

E' consolante per gli epurati:Resteranno in letargo per quattro anni ma poi risorgeranno.Se gli amici torneranno a vincere le prossime elezioni.

Un consiglio per chi può correre il pericolo di prossime epurazioni: Siate furbi,navigate sott'acqua,nascondetevi.Non rispondete mai “Sì “ o “ no” rispondete “ni”,ma sempre col sorriso in bocca e la carezza affettuosa,come fanno i preti. Indossate sempre in testa un cappello a larghe falde,per non far leggere quello che pensate.Soprattutto durante la prossima campagna elettorale

non siate tanto coliones da partecipare in piazza,in prima fila al comizio di qualche schieramento che poi perderà le elezioni.

.Attenzione perchè qualcuno dei servizi segreti avversari potrebbe anche fotografarvi mentre battete le mano, e quella sarà la prova decisiva della vostra epurazione.

E non cercate di fare il furbetto,come ha tentato qualcuno che conosco,quando aveva individuato il vincitore e l'ha abbracciato.E' capitato che l'hanno sgamato,l'hanno ringraziato e poi fregato.

Sappiate che ,dopo la fine della Prima Repubblica,non ci sono più Santi Protettori che tutelano la libertà d'espressione della appartenenza politica.Non esistono più i potenti Partiti Politici organizzati nel territorio che fungevano da cani da guardia e proteggevano il gregge.

Oggi solo sacrestanelli che saltano da una Parrocchia all'altra,comandano e spariscono in una stagione,lasciandovi soli e nudi di ogni protezione.


Angelo Frillici


EPURAZIONE COMUNALE


Sempre peggio.

Da oltre un decennio va di moda “ l'epurazione” : Cambia il Sindaco,cambia la maggioranza e la prima operazione che compiono è l'epurazione.

Succede dapertutto. I destinatari sono i dipendenti delle amministrazione guidate dai politici,quelli eletti dal popolo.

Anche nelle amministrazioni comunali, i colpiti dall'epurazione sono quelli che occupano le poltrone più importanti,che hanno prestigio e voce in capitolo,sopratutto i “ Dirigenti”.Mica gli spazzini o gli impiegatucci dietro lo sportello,per costoro non ne vale la pena.

All'indomani del voto i vincitori mettono in funzione la Commissione di Epurazione,che analizza

il comportamento e l'affezione tenuta dai dipendenti più influenti nei confronti della caduta

amministrazione dei vinti e sopratutto la collaborazione prestata ai vincitori nella campagna elettorale.

Come fece la “ Commissione di Epurazione”,l'organo creato dopo la caduta del fascismo per rimuovere dai loro incarichi le persone coinvolte con il passato regime. Così pensavano,allora, di attuare la “defascistizzazione “dello Stato.

Oggi la purga è più leggera:Non vieni cacciato via,non sei mandato in mezzo alla strada,perdi solo la poltroncina dietro la scrivania;cambi ufficio,sei trasferito in un altra stanza,più buia,al piano di sotto,dove nessuno ti vede ed ossequia ,tutte le mattine quando entri in Comune.

Adesso l'operazione ha cambiato nome,si chiama “ Riordino della macchina amministrativa” nell'interesse del miglior funzionamento a favore degli amministrati.

Chi è stato sostituito,si dice, è incapace e non può continuare a coprire un ruolo di dirigente importante.L'abbiamo sostituito con un funzionario nuovo,gran lavoratore,grande esperto della materia che deve trattare,di lui i cittadini possono aver fiducia.

Per qualcuno l'epurazione magari ci azzecca ,come direbbe Di Pietro,perchè lo sfrattato affettivamente era un oziosetto incapace ed è stato facile trovarne uno migliore che lo sostituisce.

Ma nella maggior parte dei casi il motivo vero dell'epurazione è far fuori i nemici,quelli che non hanno collaborato alla vittoria finale o che sono stati troppo vicini ai perdenti quando governavano.

Anche se il convento non ha gente idonea,più capace . in grado di sedere con successo sulle poltrone dalle quali sono stati cacciati gli epurati .Per lo più vengono riportati a galla,vengono risuscitati gli epurati dalla precedente amministrazione.Si riscalda la minestra di quattro anni fa.

Funzionari che hanno già dimostrato quello che erano in grado di fare:Pochino,ma gente sicura nell'amicizia dei vincitori.

E' consolante per gli epurati:Resteranno in letargo per quattro anni ma poi risorgeranno.Se gli amici torneranno a vincere le prossime elezioni.

Un consiglio per chi può correre il pericolo di prossime epurazioni: Siate furbi,navigate sott'acqua,nascondetevi.Non rispondete mai “Sì “ o “ no” rispondete “ni”,ma sempre col sorriso in bocca e la carezza affettuosa,come fanno i preti. Indossate sempre in testa un cappello a larghe falde,per non far leggere quello che pensate.Soprattutto durante la prossima campagna elettorale

non siate tanto coliones da partecipare in piazza,in prima fila al comizio di qualche schieramento che poi perderà le elezioni.

.Attenzione perchè qualcuno dei servizi segreti avversari potrebbe anche fotografarvi mentre battete le mano, e quella sarà la prova decisiva della vostra epurazione.

E non cercate di fare il furbetto,come ha tentato qualcuno che conosco,quando aveva individuato il vincitore e l'ha abbracciato.E' capitato che l'hanno sgamato,l'hanno ringraziato e poi fregato.

Sappiate che ,dopo la fine della Prima Repubblica,non ci sono più Santi Protettori che tutelano la libertà d'espressione della appartenenza politica.Non esistono più i potenti Partiti Politici organizzati nel territorio che fungevano da cani da guardia e proteggevano il gregge.

Oggi solo sacrestanelli che saltano da una Parrocchia all'altra,comandano e spariscono in una stagione,lasciandovi soli e nudi di ogni protezione.


Angelo Frillici


EPURAZIONE COMUNALE


Sempre peggio.

Da oltre un decennio va di moda “ l'epurazione” : Cambia il Sindaco,cambia la maggioranza e la prima operazione che compiono è l'epurazione.

Succede dapertutto. I destinatari sono i dipendenti delle amministrazione guidate dai politici,quelli eletti dal popolo.

Anche nelle amministrazioni comunali, i colpiti dall'epurazione sono quelli che occupano le poltrone più importanti,che hanno prestigio e voce in capitolo,sopratutto i “ Dirigenti”.Mica gli spazzini o gli impiegatucci dietro lo sportello,per costoro non ne vale la pena.

All'indomani del voto i vincitori mettono in funzione la Commissione di Epurazione,che analizza

il comportamento e l'affezione tenuta dai dipendenti più influenti nei confronti della caduta

amministrazione dei vinti e sopratutto la collaborazione prestata ai vincitori nella campagna elettorale.

Come fece la “ Commissione di Epurazione”,l'organo creato dopo la caduta del fascismo per rimuovere dai loro incarichi le persone coinvolte con il passato regime. Così pensavano,allora, di attuare la “defascistizzazione “dello Stato.

Oggi la purga è più leggera:Non vieni cacciato via,non sei mandato in mezzo alla strada,perdi solo la poltroncina dietro la scrivania;cambi ufficio,sei trasferito in un altra stanza,più buia,al piano di sotto,dove nessuno ti vede ed ossequia ,tutte le mattine quando entri in Comune.

Adesso l'operazione ha cambiato nome,si chiama “ Riordino della macchina amministrativa” nell'interesse del miglior funzionamento a favore degli amministrati.

Chi è stato sostituito,si dice, è incapace e non può continuare a coprire un ruolo di dirigente importante.L'abbiamo sostituito con un funzionario nuovo,gran lavoratore,grande esperto della materia che deve trattare,di lui i cittadini possono aver fiducia.

Per qualcuno l'epurazione magari ci azzecca ,come direbbe Di Pietro,perchè lo sfrattato affettivamente era un oziosetto incapace ed è stato facile trovarne uno migliore che lo sostituisce.

Ma nella maggior parte dei casi il motivo vero dell'epurazione è far fuori i nemici,quelli che non hanno collaborato alla vittoria finale o che sono stati troppo vicini ai perdenti quando governavano.

Anche se il convento non ha gente idonea,più capace . in grado di sedere con successo sulle poltrone dalle quali sono stati cacciati gli epurati .Per lo più vengono riportati a galla,vengono risuscitati gli epurati dalla precedente amministrazione.Si riscalda la minestra di quattro anni fa.

Funzionari che hanno già dimostrato quello che erano in grado di fare:Pochino,ma gente sicura nell'amicizia dei vincitori.

E' consolante per gli epurati:Resteranno in letargo per quattro anni ma poi risorgeranno.Se gli amici torneranno a vincere le prossime elezioni.

Un consiglio per chi può correre il pericolo di prossime epurazioni: Siate furbi,navigate sott'acqua,nascondetevi.Non rispondete mai “Sì “ o “ no” rispondete “ni”,ma sempre col sorriso in bocca e la carezza affettuosa,come fanno i preti. Indossate sempre in testa un cappello a larghe falde,per non far leggere quello che pensate.Soprattutto durante la prossima campagna elettorale

non siate tanto coliones da partecipare in piazza,in prima fila al comizio di qualche schieramento che poi perderà le elezioni.

.Attenzione perchè qualcuno dei servizi segreti avversari potrebbe anche fotografarvi mentre battete le mano, e quella sarà la prova decisiva della vostra epurazione.

E non cercate di fare il furbetto,come ha tentato qualcuno che conosco,quando aveva individuato il vincitore e l'ha abbracciato.E' capitato che l'hanno sgamato,l'hanno ringraziato e poi fregato.

Sappiate che ,dopo la fine della Prima Repubblica,non ci sono più Santi Protettori che tutelano la libertà d'espressione della appartenenza politica.Non esistono più i potenti Partiti Politici organizzati nel territorio che fungevano da cani da guardia e proteggevano il gregge.

Oggi solo sacrestanelli che saltano da una Parrocchia all'altra,comandano e spariscono in una stagione,lasciandovi soli e nudi di ogni protezione.


Angelo Frillici


EPURAZIONE COMUNALE


Sempre peggio.

Da oltre un decennio va di moda “ l'epurazione” : Cambia il Sindaco,cambia la maggioranza e la prima operazione che compiono è l'epurazione.

Succede dapertutto. I destinatari sono i dipendenti delle amministrazione guidate dai politici,quelli eletti dal popolo.

Anche nelle amministrazioni comunali, i colpiti dall'epurazione sono quelli che occupano le poltrone più importanti,che hanno prestigio e voce in capitolo,sopratutto i “ Dirigenti”.Mica gli spazzini o gli impiegatucci dietro lo sportello,per costoro non ne vale la pena.

All'indomani del voto i vincitori mettono in funzione la Commissione di Epurazione,che analizza

il comportamento e l'affezione tenuta dai dipendenti più influenti nei confronti della caduta

amministrazione dei vinti e sopratutto la collaborazione prestata ai vincitori nella campagna elettorale.

Come fece la “ Commissione di Epurazione”,l'organo creato dopo la caduta del fascismo per rimuovere dai loro incarichi le persone coinvolte con il passato regime. Così pensavano,allora, di attuare la “defascistizzazione “dello Stato.

Oggi la purga è più leggera:Non vieni cacciato via,non sei mandato in mezzo alla strada,perdi solo la poltroncina dietro la scrivania;cambi ufficio,sei trasferito in un altra stanza,più buia,al piano di sotto,dove nessuno ti vede ed ossequia ,tutte le mattine quando entri in Comune.

Adesso l'operazione ha cambiato nome,si chiama “ Riordino della macchina amministrativa” nell'interesse del miglior funzionamento a favore degli amministrati.

Chi è stato sostituito,si dice, è incapace e non può continuare a coprire un ruolo di dirigente importante.L'abbiamo sostituito con un funzionario nuovo,gran lavoratore,grande esperto della materia che deve trattare,di lui i cittadini possono aver fiducia.

Per qualcuno l'epurazione magari ci azzecca ,come direbbe Di Pietro,perchè lo sfrattato affettivamente era un oziosetto incapace ed è stato facile trovarne uno migliore che lo sostituisce.

Ma nella maggior parte dei casi il motivo vero dell'epurazione è far fuori i nemici,quelli che non hanno collaborato alla vittoria finale o che sono stati troppo vicini ai perdenti quando governavano.

Anche se il convento non ha gente idonea,più capace . in grado di sedere con successo sulle poltrone dalle quali sono stati cacciati gli epurati .Per lo più vengono riportati a galla,vengono risuscitati gli epurati dalla precedente amministrazione.Si riscalda la minestra di quattro anni fa.

Funzionari che hanno già dimostrato quello che erano in grado di fare:Pochino,ma gente sicura nell'amicizia dei vincitori.

E' consolante per gli epurati:Resteranno in letargo per quattro anni ma poi risorgeranno.Se gli amici torneranno a vincere le prossime elezioni.

Un consiglio per chi può correre il pericolo di prossime epurazioni: Siate furbi,navigate sott'acqua,nascondetevi.Non rispondete mai “Sì “ o “ no” rispondete “ni”,ma sempre col sorriso in bocca e la carezza affettuosa,come fanno i preti. Indossate sempre in testa un cappello a larghe falde,per non far leggere quello che pensate.Soprattutto durante la prossima campagna elettorale

non siate tanto coliones da partecipare in piazza,in prima fila al comizio di qualche schieramento che poi perderà le elezioni.

.Attenzione perchè qualcuno dei servizi segreti avversari potrebbe anche fotografarvi mentre battete le mano, e quella sarà la prova decisiva della vostra epurazione.

E non cercate di fare il furbetto,come ha tentato qualcuno che conosco,quando aveva individuato il vincitore e l'ha abbracciato.E' capitato che l'hanno sgamato,l'hanno ringraziato e poi fregato.

Sappiate che ,dopo la fine della Prima Repubblica,non ci sono più Santi Protettori che tutelano la libertà d'espressione della appartenenza politica.Non esistono più i potenti Partiti Politici organizzati nel territorio che fungevano da cani da guardia e proteggevano il gregge.

Oggi solo sacrestanelli che saltano da una Parrocchia all'altra,comandano e spariscono in una stagione,lasciandovi soli e nudi di ogni protezione.


Angelo Frillici


EPURAZIONE COMUNALE


Sempre peggio.

Da oltre un decennio va di moda “ l'epurazione” : Cambia il Sindaco,cambia la maggioranza e la prima operazione che compiono è l'epurazione.

Succede dapertutto. I destinatari sono i dipendenti delle amministrazione guidate dai politici,quelli eletti dal popolo.

Anche nelle amministrazioni comunali, i colpiti dall'epurazione sono quelli che occupano le poltrone più importanti,che hanno prestigio e voce in capitolo,sopratutto i “ Dirigenti”.Mica gli spazzini o gli impiegatucci dietro lo sportello,per costoro non ne vale la pena.

All'indomani del voto i vincitori mettono in funzione la Commissione di Epurazione,che analizza

il comportamento e l'affezione tenuta dai dipendenti più influenti nei confronti della caduta

amministrazione dei vinti e sopratutto la collaborazione prestata ai vincitori nella campagna elettorale.

Come fece la “ Commissione di Epurazione”,l'organo creato dopo la caduta del fascismo per rimuovere dai loro incarichi le persone coinvolte con il passato regime. Così pensavano,allora, di attuare la “defascistizzazione “dello Stato.

Oggi la purga è più leggera:Non vieni cacciato via,non sei mandato in mezzo alla strada,perdi solo la poltroncina dietro la scrivania;cambi ufficio,sei trasferito in un altra stanza,più buia,al piano di sotto,dove nessuno ti vede ed ossequia ,tutte le mattine quando entri in Comune.

Adesso l'operazione ha cambiato nome,si chiama “ Riordino della macchina amministrativa” nell'interesse del miglior funzionamento a favore degli amministrati.

Chi è stato sostituito,si dice, è incapace e non può continuare a coprire un ruolo di dirigente importante.L'abbiamo sostituito con un funzionario nuovo,gran lavoratore,grande esperto della materia che deve trattare,di lui i cittadini possono aver fiducia.

Per qualcuno l'epurazione magari ci azzecca ,come direbbe Di Pietro,perchè lo sfrattato affettivamente era un oziosetto incapace ed è stato facile trovarne uno migliore che lo sostituisce.

Ma nella maggior parte dei casi il motivo vero dell'epurazione è far fuori i nemici,quelli che non hanno collaborato alla vittoria finale o che sono stati troppo vicini ai perdenti quando governavano.

Anche se il convento non ha gente idonea,più capace . in grado di sedere con successo sulle poltrone dalle quali sono stati cacciati gli epurati .Per lo più vengono riportati a galla,vengono risuscitati gli epurati dalla precedente amministrazione.Si riscalda la minestra di quattro anni fa.

Funzionari che hanno già dimostrato quello che erano in grado di fare:Pochino,ma gente sicura nell'amicizia dei vincitori.

E' consolante per gli epurati:Resteranno in letargo per quattro anni ma poi risorgeranno.Se gli amici torneranno a vincere le prossime elezioni.

Un consiglio per chi può correre il pericolo di prossime epurazioni: Siate furbi,navigate sott'acqua,nascondetevi.Non rispondete mai “Sì “ o “ no” rispondete “ni”,ma sempre col sorriso in bocca e la carezza affettuosa,come fanno i preti. Indossate sempre in testa un cappello a larghe falde,per non far leggere quello che pensate.Soprattutto durante la prossima campagna elettorale

non siate tanto coliones da partecipare in piazza,in prima fila al comizio di qualche schieramento che poi perderà le elezioni.

.Attenzione perchè qualcuno dei servizi segreti avversari potrebbe anche fotografarvi mentre battete le mano, e quella sarà la prova decisiva della vostra epurazione.

E non cercate di fare il furbetto,come ha tentato qualcuno che conosco,quando aveva individuato il vincitore e l'ha abbracciato.E' capitato che l'hanno sgamato,l'hanno ringraziato e poi fregato.

Sappiate che ,dopo la fine della Prima Repubblica,non ci sono più Santi Protettori che tutelano la libertà d'espressione della appartenenza politica.Non esistono più i potenti Partiti Politici organizzati nel territorio che fungevano da cani da guardia e proteggevano il gregge.

Oggi solo sacrestanelli che saltano da una Parrocchia all'altra,comandano e spariscono in una stagione,lasciandovi soli e nudi di ogni protezione.


Angelo Frillici


EPURAZIONE COMUNALE


Sempre peggio.

Da oltre un decennio va di moda “ l'epurazione” : Cambia il Sindaco,cambia la maggioranza e la prima operazione che compiono è l'epurazione.

Succede dapertutto. I destinatari sono i dipendenti delle amministrazione guidate dai politici,quelli eletti dal popolo.

Anche nelle amministrazioni comunali, i colpiti dall'epurazione sono quelli che occupano le poltrone più importanti,che hanno prestigio e voce in capitolo,sopratutto i “ Dirigenti”.Mica gli spazzini o gli impiegatucci dietro lo sportello,per costoro non ne vale la pena.

All'indomani del voto i vincitori mettono in funzione la Commissione di Epurazione,che analizza

il comportamento e l'affezione tenuta dai dipendenti più influenti nei confronti della caduta

amministrazione dei vinti e sopratutto la collaborazione prestata ai vincitori nella campagna elettorale.

Come fece la “ Commissione di Epurazione”,l'organo creato dopo la caduta del fascismo per rimuovere dai loro incarichi le persone coinvolte con il passato regime. Così pensavano,allora, di attuare la “defascistizzazione “dello Stato.

Oggi la purga è più leggera:Non vieni cacciato via,non sei mandato in mezzo alla strada,perdi solo la poltroncina dietro la scrivania;cambi ufficio,sei trasferito in un altra stanza,più buia,al piano di sotto,dove nessuno ti vede ed ossequia ,tutte le mattine quando entri in Comune.

Adesso l'operazione ha cambiato nome,si chiama “ Riordino della macchina amministrativa” nell'interesse del miglior funzionamento a favore degli amministrati.

Chi è stato sostituito,si dice, è incapace e non può continuare a coprire un ruolo di dirigente importante.L'abbiamo sostituito con un funzionario nuovo,gran lavoratore,grande esperto della materia che deve trattare,di lui i cittadini possono aver fiducia.

Per qualcuno l'epurazione magari ci azzecca ,come direbbe Di Pietro,perchè lo sfrattato affettivamente era un oziosetto incapace ed è stato facile trovarne uno migliore che lo sostituisce.

Ma nella maggior parte dei casi il motivo vero dell'epurazione è far fuori i nemici,quelli che non hanno collaborato alla vittoria finale o che sono stati troppo vicini ai perdenti quando governavano.

Anche se il convento non ha gente idonea,più capace . in grado di sedere con successo sulle poltrone dalle quali sono stati cacciati gli epurati .Per lo più vengono riportati a galla,vengono risuscitati gli epurati dalla precedente amministrazione.Si riscalda la minestra di quattro anni fa.

Funzionari che hanno già dimostrato quello che erano in grado di fare:Pochino,ma gente sicura nell'amicizia dei vincitori.

E' consolante per gli epurati:Resteranno in letargo per quattro anni ma poi risorgeranno.Se gli amici torneranno a vincere le prossime elezioni.

Un consiglio per chi può correre il pericolo di prossime epurazioni: Siate furbi,navigate sott'acqua,nascondetevi.Non rispondete mai “Sì “ o “ no” rispondete “ni”,ma sempre col sorriso in bocca e la carezza affettuosa,come fanno i preti. Indossate sempre in testa un cappello a larghe falde,per non far leggere quello che pensate.Soprattutto durante la prossima campagna elettorale

non siate tanto coliones da partecipare in piazza,in prima fila al comizio di qualche schieramento che poi perderà le elezioni.

.Attenzione perchè qualcuno dei servizi segreti avversari potrebbe anche fotografarvi mentre battete le mano, e quella sarà la prova decisiva della vostra epurazione.

E non cercate di fare il furbetto,come ha tentato qualcuno che conosco,quando aveva individuato il vincitore e l'ha abbracciato.E' capitato che l'hanno sgamato,l'hanno ringraziato e poi fregato.

Sappiate che ,dopo la fine della Prima Repubblica,non ci sono più Santi Protettori che tutelano la libertà d'espressione della appartenenza politica.Non esistono più i potenti Partiti Politici organizzati nel territorio che fungevano da cani da guardia e proteggevano il gregge.

Oggi solo sacrestanelli che saltano da una Parrocchia all'altra,comandano e spariscono in una stagione,lasciandovi soli e nudi di ogni protezione.


Angelo Frillici


EPURAZIONE COMUNALE


Sempre peggio.

Da oltre un decennio va di moda “ l'epurazione” : Cambia il Sindaco,cambia la maggioranza e la prima operazione che compiono è l'epurazione.

Succede dapertutto. I destinatari sono i dipendenti delle amministrazione guidate dai politici,quelli eletti dal popolo.

Anche nelle amministrazioni comunali, i colpiti dall'epurazione sono quelli che occupano le poltrone più importanti,che hanno prestigio e voce in capitolo,sopratutto i “ Dirigenti”.Mica gli spazzini o gli impiegatucci dietro lo sportello,per costoro non ne vale la pena.

All'indomani del voto i vincitori mettono in funzione la Commissione di Epurazione,che analizza

il comportamento e l'affezione tenuta dai dipendenti più influenti nei confronti della caduta

amministrazione dei vinti e sopratutto la collaborazione prestata ai vincitori nella campagna elettorale.

Come fece la “ Commissione di Epurazione”,l'organo creato dopo la caduta del fascismo per rimuovere dai loro incarichi le persone coinvolte con il passato regime. Così pensavano,allora, di attuare la “defascistizzazione “dello Stato.

Oggi la purga è più leggera:Non vieni cacciato via,non sei mandato in mezzo alla strada,perdi solo la poltroncina dietro la scrivania;cambi ufficio,sei trasferito in un altra stanza,più buia,al piano di sotto,dove nessuno ti vede ed ossequia ,tutte le mattine quando entri in Comune.

Adesso l'operazione ha cambiato nome,si chiama “ Riordino della macchina amministrativa” nell'interesse del miglior funzionamento a favore degli amministrati.

Chi è stato sostituito,si dice, è incapace e non può continuare a coprire un ruolo di dirigente importante.L'abbiamo sostituito con un funzionario nuovo,gran lavoratore,grande esperto della materia che deve trattare,di lui i cittadini possono aver fiducia.

Per qualcuno l'epurazione magari ci azzecca ,come direbbe Di Pietro,perchè lo sfrattato affettivamente era un oziosetto incapace ed è stato facile trovarne uno migliore che lo sostituisce.

Ma nella maggior parte dei casi il motivo vero dell'epurazione è far fuori i nemici,quelli che non hanno collaborato alla vittoria finale o che sono stati troppo vicini ai perdenti quando governavano.

Anche se il convento non ha gente idonea,più capace . in grado di sedere con successo sulle poltrone dalle quali sono stati cacciati gli epurati .Per lo più vengono riportati a galla,vengono risuscitati gli epurati dalla precedente amministrazione.Si riscalda la minestra di quattro anni fa.

Funzionari che hanno già dimostrato quello che erano in grado di fare:Pochino,ma gente sicura nell'amicizia dei vincitori.

E' consolante per gli epurati:Resteranno in letargo per quattro anni ma poi risorgeranno.Se gli amici torneranno a vincere le prossime elezioni.

Un consiglio per chi può correre il pericolo di prossime epurazioni: Siate furbi,navigate sott'acqua,nascondetevi.Non rispondete mai “Sì “ o “ no” rispondete “ni”,ma sempre col sorriso in bocca e la carezza affettuosa,come fanno i preti. Indossate sempre in testa un cappello a larghe falde,per non far leggere quello che pensate.Soprattutto durante la prossima campagna elettorale

non siate tanto coliones da partecipare in piazza,in prima fila al comizio di qualche schieramento che poi perderà le elezioni.

.Attenzione perchè qualcuno dei servizi segreti avversari potrebbe anche fotografarvi mentre battete le mano, e quella sarà la prova decisiva della vostra epurazione.

E non cercate di fare il furbetto,come ha tentato qualcuno che conosco,quando aveva individuato il vincitore e l'ha abbracciato.E' capitato che l'hanno sgamato,l'hanno ringraziato e poi fregato.

Sappiate che ,dopo la fine della Prima Repubblica,non ci sono più Santi Protettori che tutelano la libertà d'espressione della appartenenza politica.Non esistono più i potenti Partiti Politici organizzati nel territorio che fungevano da cani da guardia e proteggevano il gregge.

Oggi solo sacrestanelli che saltano da una Parrocchia all'altra,comandano e spariscono in una stagione,lasciandovi soli e nudi di ogni protezione.


Angelo Frillici


EPURAZIONE COMUNALE


Sempre peggio.

Da oltre un decennio va di moda “ l'epurazione” : Cambia il Sindaco,cambia la maggioranza e la prima operazione che compiono è l'epurazione.

Succede dapertutto. I destinatari sono i dipendenti delle amministrazione guidate dai politici,quelli eletti dal popolo.

Anche nelle amministrazioni comunali, i colpiti dall'epurazione sono quelli che occupano le poltrone più importanti,che hanno prestigio e voce in capitolo,sopratutto i “ Dirigenti”.Mica gli spazzini o gli impiegatucci dietro lo sportello,per costoro non ne vale la pena.

All'indomani del voto i vincitori mettono in funzione la Commissione di Epurazione,che analizza

il comportamento e l'affezione tenuta dai dipendenti più influenti nei confronti della caduta

amministrazione dei vinti e sopratutto la collaborazione prestata ai vincitori nella campagna elettorale.

Come fece la “ Commissione di Epurazione”,l'organo creato dopo la caduta del fascismo per rimuovere dai loro incarichi le persone coinvolte con il passato regime. Così pensavano,allora, di attuare la “defascistizzazione “dello Stato.

Oggi la purga è più leggera:Non vieni cacciato via,non sei mandato in mezzo alla strada,perdi solo la poltroncina dietro la scrivania;cambi ufficio,sei trasferito in un altra stanza,più buia,al piano di sotto,dove nessuno ti vede ed ossequia ,tutte le mattine quando entri in Comune.

Adesso l'operazione ha cambiato nome,si chiama “ Riordino della macchina amministrativa” nell'interesse del miglior funzionamento a favore degli amministrati.

Chi è stato sostituito,si dice, è incapace e non può continuare a coprire un ruolo di dirigente importante.L'abbiamo sostituito con un funzionario nuovo,gran lavoratore,grande esperto della materia che deve trattare,di lui i cittadini possono aver fiducia.

Per qualcuno l'epurazione magari ci azzecca ,come direbbe Di Pietro,perchè lo sfrattato affettivamente era un oziosetto incapace ed è stato facile trovarne uno migliore che lo sostituisce.

Ma nella maggior parte dei casi il motivo vero dell'epurazione è far fuori i nemici,quelli che non hanno collaborato alla vittoria finale o che sono stati troppo vicini ai perdenti quando governavano.

Anche se il convento non ha gente idonea,più capace . in grado di sedere con successo sulle poltrone dalle quali sono stati cacciati gli epurati .Per lo più vengono riportati a galla,vengono risuscitati gli epurati dalla precedente amministrazione.Si riscalda la minestra di quattro anni fa.

Funzionari che hanno già dimostrato quello che erano in grado di fare:Pochino,ma gente sicura nell'amicizia dei vincitori.

E' consolante per gli epurati:Resteranno in letargo per quattro anni ma poi risorgeranno.Se gli amici torneranno a vincere le prossime elezioni.

Un consiglio per chi può correre il pericolo di prossime epurazioni: Siate furbi,navigate sott'acqua,nascondetevi.Non rispondete mai “Sì “ o “ no” rispondete “ni”,ma sempre col sorriso in bocca e la carezza affettuosa,come fanno i preti. Indossate sempre in testa un cappello a larghe falde,per non far leggere quello che pensate.Soprattutto durante la prossima campagna elettorale

non siate tanto coliones da partecipare in piazza,in prima fila al comizio di qualche schieramento che poi perderà le elezioni.

.Attenzione perchè qualcuno dei servizi segreti avversari potrebbe anche fotografarvi mentre battete le mano, e quella sarà la prova decisiva della vostra epurazione.

E non cercate di fare il furbetto,come ha tentato qualcuno che conosco,quando aveva individuato il vincitore e l'ha abbracciato.E' capitato che l'hanno sgamato,l'hanno ringraziato e poi fregato.

Sappiate che ,dopo la fine della Prima Repubblica,non ci sono più Santi Protettori che tutelano la libertà d'espressione della appartenenza politica.Non esistono più i potenti Partiti Politici organizzati nel territorio che fungevano da cani da guardia e proteggevano il gregge.

Oggi solo sacrestanelli che saltano da una Parrocchia all'altra,comandano e spariscono in una stagione,lasciandovi soli e nudi di ogni protezione.


Angelo Frillici

sabato 17 settembre 2011


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici


I COLIONOS


Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.

Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una

moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità

degli uomini,ma addirittura tre.

E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.

Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.

No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.

ESEMPIO

Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare

la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si

aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente

gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad

Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.

Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.


ESEMPIO

Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle

Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.

L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.

Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.

E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava

alla Cattedrale di San Rufino


ESEMPI0

Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti

miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.

Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.

Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello


ESEMPIO

I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei

Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura

amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli

successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.

Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.

Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino


ESEMPIO

C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma

anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.

Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.

Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli

infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.

I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte

importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.

No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo

tre o quattro piccole eccezioni.


GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.


Angelo Frillici