I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
I COLIONOS
Chi era Bartolomeo Colleoni ? Un condottiero famoso nella prima metà del 1400.
Dicono gli storici che passando per Nocera, Bartolomeo rimanesse colpito da una
moltitudine eccezionale di coliones che popolavano il territorio,tanto che tornando nella sua Padania, rappresentò nello stemma del suo casato non duos colionos,come è nella totalità
degli uomini,ma addirittura tre.
E a Nocera i colionos continuarono a nascere ed a moltiplicarsi sino ai giorni nostri.
Gente buona,paziente, come il pio bove di carducciana memoria ,che non si ribella mai,non a schioppettate o a bastonate.Non con l'occupazione violenta,con donne e bambini distesi sui binari ferroviari,con barricate di trattori di traverso sulla Flaminia,ma nemmeno con il fracasso innocente di rumorosi barattoli o secchi di liquami puzzolenti;nemmeno con urli e pupazzi di cartone e striscioni colorati.
No,da secoli i nocerini porgono l'altra guancia,aprono le porte a chi porta via le sue ricchezze e gli offrono la merenda condita con baci e sorrisi.
ESEMPIO
Nell'estate del 1226 era capitata l'occasione che San Francesco si trovasse a Nocera ,per curare
la sua malattia con le acque e la terra miracolosa che solo qui poteva trovare.La malattia si
aggravò e,chissà se proprio se nel convento nocerino della “Romita”,il Santo chiuse definitivamente
gli occhi alla terra.Comunque anche se ancora vivente, nemmeno allora poteva esistere un medico interessato alla salute del Santo che ne avrebbe potuto autorizzare il trasporto a cavallo,in quelle condizioni di grave malattia, attraverso i campi,i fossi e le macchie della Bandita, da Nocera ad
Assisi.Ci pensarono un gruppo di cavalieri assisani a precipitarsi alla “Romita” per prelevare il corpo di S.Francesco per portarlo in quattro e quattr'otto ad Assisi, dove loro interessava che fosse dichiarato defunto. I nocerini coliones assistettero inermi al trasferimento;qualcuno di loro addirittura aiutò a sistemare il corpo del Santo sulla groppa di un cavallo ed offrì vino e pane casereccio.Da quel momento e per i secoli futuri la città di Ascesi si arricchì di basiliche,di conventi,di ostelli,di alberghi , di ristoranti,di pellegrini da tutto il mondo.Nocera rimase diseredata.Del convento della “Romita” non sono restati nemmeno i sassi,senza traccia del passaggio del grande Santo. I nocerini si sarebbero accontentati di poco. Certamente non di Basiliche e conventi per miracolo restaurati dopo l'ultimo terremoto del 1997 in appena cinque mesi,ma di una Chiesetta che avrebbe potuto sostituire la Cattedrale inagibile e chiusa ai fedeli ben quattordici anni dopo lo sfortunato sisma.
Eppure i i nocerini coliones,per oltre novecento anni ,sino ad oggi,hanno continuato a festeggiare i cavalieri assisani che gli sottrassero il Santo offrendo loro vino e formaggio.
ESEMPIO
Sin dal V secolo Nocera era la capitale della Diocesi. Il Vescovo qui risiedeva con tutti gli onori,accanto al Seminario che sfornava in continuazione sacerdoti che dall'Umbria e dalle
Marche qui studiavano e si preparavano sin da ragazzi ad onorare la tonaca talare.
L'intera comunità nocerina per secoli usufruì e godette la presenza ed il prestigio di preti dotati di gran cultura e non soltanto religiosa.
Sino al 30 settembre 1986 quando la Diocesi nocerina,di fatto sparì,per essere aggregata a quella di Assisi. Il seminario chiuse i battenti,il Vescovo fece le valigie per trasferirsi felice e contento nella nuova residenza,nell'Episcopio nacquero erbacce e rovi.Di preti ne restò il numero strettamente necessario per una Santa Messa al giorno.
E i coliones ?Accompagnarono con preghiere e ringraziamenti il Vescovo che se ne andava
alla Cattedrale di San Rufino
ESEMPI0
Nocera da sempre era la Città delle Acque.Sorgenti copiose di acqua sgorgavano dalle sue sorgenti
miracolose di Bagnara e San Giovenale,gonfiavano gli argini del Topino paradiso di pesci e lussureggiante ricchezza per l'economia di tutta la vallata sino a Foligno.
Sino al 1955 quando i perugini, con un decreto del Presidente Della Repubblica,si impadronirono delle sorgenti nocerine per abbeverare gran parte dell'Umbria,da Assisi,Cannara,Spello a Perugia.
Ai coliones restarono le promesse di un bacino di Acciano senza acqua ed un Topino declassato ad un esangue ruscello
ESEMPIO
I rapporti tra Nocera e Gualdo ? Dall'anno mille la Nucerina munitissima arce sotto il governo dei
Vescovi-conti nocerini,obbligò la comunità gualdese alla sua dipendenza per tutti gli atti di natura
amministrativa e giudiziaria,perfino per il pagamento delle tasse.Ed il dominio continuò nei secoli
successivi sino ai primi decenni dell'ultimo secolo,quando per Nocera iniziò il letargo ed i Gualdesi ne approfittarono.
Negli anni del primo dopoguerra i gualdesi si appropriarono della Pretura e de li registri,cioè gli Uffici del catasto,delle Imposte e del Registro.
Ai coliones restò la cartella delle tasse da pagare a Gualdo Tadino
ESEMPIO
C'è gran crisi.Lo dichiarano tutti.Manca il lavoro e mancano le commesse.Non solo la Merloni,ma
anche tante imprese artigiane nocerine sono in difficoltà.
Imprese edili,elettricisti,falegnami,fabbri,idraulici cercano lavoro.
Nocera è fortunata.Ha avuto a disposizione dalla Regione quindicimilioni di euro per la ricostruzione della famosa UMI I .E' una bella somma a disposizione della società che ha vinto la gara di appalto e che è incaricata della ricostruzione.E la società destinataria non è in grado di eseguire direttamente tutti i lavori dell'appalto.Dovrà concedere in subappalto gran parte dei lavori di risanamento edili delle abitazioni private,degli impianti elettrici,degli impianti sanitari,degli
infissi,delle rifiniture.Sarebbe una bella boccata di ossigeno per le imprese locali per i prossimi due o tre anni.
I coliones non sono riusciti a trovare il modo per indurre la società appaltatrice a lasciare una parte
importante dei quindici milioni di euro,a beneficio delle imprese nocerine.
No ! Sarà un fiume di euro che scivolerà via,fuori dai confini nocerini.Quì non resterà nulla,salvo
tre o quattro piccole eccezioni.
GLI ESEMPI non sono terminati.Continuerò a mostrarveli nei prossimi giorni.
Angelo Frillici
Nessun commento:
Posta un commento