mercoledì 29 agosto 2012

Due Chiese di Nocera:della Stazione e di Casebasse



A Nocera due Chiese : della STAZIONE e di CASEBASSE

Non è che con l'avvento dell'arte moderna la genialità creativa degli architetti abbia conquistato
la libertà assoluta dell' espressione,senza più confini, vincoli, dogmi e funzioni dettate dal committente.
Non ha trovato la rivoluzione favorevole che hanno avuto altri segmenti dell'arte,come ad esempio la pittura e la scultura che, all'inizio del XX secolo,hanno seppellito i canoni , sino ad allora opprimenti, dell'estetica,della morale,della forma,addirittura dell'oggetto,delle funzioni politiche e religiose,per donare a chi si ritiene od è ritenuto artista,il diritto all'anarchia dell'espressione,al diritto di inventare e percorrere le vie ed i movimenti più impensabili più idonei a creare sconcerto e rumore.
L'architetto ha goduto dall'idee illuministe un vantaggio libertario in misura inferiore e più lento
rispetto agli altri artisti.Certamente meno limiti , paletti e censure rispetto a quelli che la Commissione vigile dell'Arte della Chiesa,a suo tempo,imponeva a Michelangelo ed a Brunelleschi.
Ma canoni vincolanti per chi opera nel campo architettonico sono restati e vigono tutt'ora in dipendenza della natura stessa dell'oggetto creato dall'attività.La realizzazione di un fabbricato non è fine a se stessa,come può accadere per un quadro od una scultura ,ma crea obbligatoriamente un rapporto umano con le persone che usufruiranno del fabbricato stesso.Il dualismo artista-opera che individua la pittura e la scultura,nell'architettura si accresce di un terzo elemento importantissimo e col quale l'architetto si deve confrontare:La persona che vivrà l'opera.
Tanto è vero che anche l'architettura nel ventesimo secolo,anche se lentamente,ha creato uno stile nuovo e durevole respingendo si la teoria “ dell'arte bella”,dei motivi ornamentali e delle decorazioni, abolendo il sistema degli “ordini fittizi” di Brunelleschi,di modanature,svolazzi e pilastri posticci ed il rigido rispetto della simmetria ,dando peso piuttosto ai concetti della “potenzialità”,ossia dello scopo cui deve servire l'edificio,e della “organicità” che ha posto al centro dell'interesse quello del rispetto delle esigenze dell'uomo usufruente collegato all'ambiente naturale ed alla comunità che gli è vicina.
FranK Lloyd Wrigt e Walter Gropius con la scuola Bauhaus di Dessan hanno teorizzato che in una casa sono importanti le stanze e la bella organizzazione degli spazi ed il rispetto delle caratteristiche ambientali.
Esiste ancora per l'architetto il canone della funzionalità alla quale destina l'opera chi la commissiona.Se l'oggetto è una casa ,il fabbricato deve soddisfare le funzioni volute da chi lo abita.
Ma soprattutto l'architettura,che è una disciplina complessa,per le molteplici valenze del rapporto con la storia,con l'ambiente dove l'opera sorge ed i cittadini che l'abitano,deve cooperare con la società civile destinata alla costruzione ed adeguarsi alla natura ed al territorio esistente.
Ed il rispetto di detti canoni,che sono binari essenziali che ogni progetto architettonico dovrebbe percorrere,non nega la libertà-creativa dell'artista architetto che si differenzia ed esibisce la sua bravura con la fantasia nella sperimentazione di proporzioni diverse,nella scelta dei materiali per realizzare segrete armonie,nell'inserimento di spazi, di linee e colori che sposano e si inseriscono nell'ambiente esistente.
L'ARCHITETTURA RELIGIOSA.
Oltre ai binari sopradetti e che valgono per l'arte architettonica in generale,quella
religiosa,e più precisamente quella inerente la costruzione di una Chiesa ,è vincolata anche dalla sua speciale funzione intesa a soddisfare le esigenze del culto.
Non solo,come nota l'architetto Botta,lo spazio sacro deve “parlare all'uomo del mistero divino e deve essere facilmente leggibile e permettere al fedele attraverso un solo sguardo di orientarsi facilmente e sentirsi a proprio agio in modo da partecipare come protagonista alle celebrazioni liturgiche”.Ma lo “spazio sacro” deve anche creare l'occasione perchè il fedele possa essere “preso”,con altri uomini,plebs sancta,dall'azione liturgica e li sapersi,in forma eminente,membro della civitas Dei viventis,scoprirsi già caelestis.
La Chiesa è casa dei fedeli da abitare liturgicamente ed in cui far abitare il Sacro.

Non può essere un oggetto architettonico destinato a cultori e godibile dai turisti.
Purtroppo,negli ultimi cinquant'anni,la massima espressione dell'architettura è nella costruzione di una banca e non nella costruzione di una Chiesa.
L'ultimo vero grande architetto cattolico è stato lo spagnolo Gaudì.
Forse il governo della Chiesa negli ultimi decenni è stato impegnato nella gestione di problemi più vasti ed importanti e non ha potuto porre la dovuta attenzione all'edilizia religiosa e partecipare attivamente alla formulazione di regole e di indirizzi compatibili con l'arte moderna dei giorni nostri ,lasciando libero il passo ad artisti che hanno utilizzato le commissioni pagate dalla Chiesa per sperimentare liberamente le proprie teorie molto spesso legate a speranze politiche utopiche.Sono così nate le mode del minimalismo,che utilizza mura lisce,cemento nudo,grezzo, tutto inteso come “semplicità” realizzata con geometria astratta,vuota,morta ma identificata con lo sviluppo economico e sociale e quella della architettura decostruttivista che disconnette l'aspetto ordinario delle superfici.Ma costruire una Chiesa nello stile minimalista o decostruttivista è una contraddizione.Come ci si può rapportare con Dio in un edificio che disconnette già negli elementi della sua architettura ?
Eppure,negli ultimi decenni,in tutto il mondo e non solo in Italia, l'architettura religiosa ha adorato il culto delle icone-simbolo.Oggetti e geometrie semplici,come cubi e cilindri,scatoloni sciatti e senza senso ,progettati da grandi nomi privi di coltura religiosa ,digiuni dei principi fondamentali del catechismo.
E lo slancio costruttivo, ha disseminato nelle periferie,e non solo, una serie di mostri che per assurdità architettonica molto poco hanno da consegnare alla posterità ed alla storia della architettura.
L'intelligencija cattolica'',ecclesiastica e laica,non ha reagito .

Anche Nocera sta pagando il suo obolo al modernismo architettonico e non poteva accadere diversamente in un periodo disgraziato della sua storia dovuto alla ricostruzione dei danni del terremoto del 1997. Anche se è doveroso riconoscere che in generale, pur nella vasta estensione del suo territorio, la quasi totalità dei molteplici luoghi di culto sono stati felicemente risanati o sono in fase di risanamento, nel pieno rispetto architettonico ,religioso ,storico ed ambientale preesistente.
E non solo nel capoluogo ma anche nelle molteplici frazioni.
Nel capoluogo non solo la Chiesa principale,la Cattedrale, riaperta al culto i giorni scorsi,ha restituito alla gioia dei fedeli un luogo sacro che ha conservato tutti i segni della storia religiosa della comunità ( Unica sbavatura la cappella del Sacramento,con un Tabernacolo pesante ed un sovrastante “Spirito Santo” di proporzioni eccedenti in una nicchia non appropriata),ma anche la Chiesa Dei Carmelitani,quella del Monastero di San Giovanni Battista ( Quella a piazza Caprera e non quella abusiva sul Colle dei Frati) quella di San Filippo,i cui lavori sono ancora in corso.Una menzione particolare merita anche quella di Casebasse.
Lo Spirito Santo non è invece sceso a consigliare o non è stato ascoltato nella costruzione della Chiesa ex novo della Stazione, ancora in corso di ultimazione.
Iniziare l'opera da capo,da una pagina bianca non segnata,ha certamente invogliato i progettisti a dare sfoggio della propria originalità ricercando soluzioni che attraessero l'attenzione
degli osservatori ma dimenticando l'ambiente naturale esistente ,le persone che vi vivono e che costituiscono la comunità dei fedeli,e,soprattutto,la funzionalità religiosa destinata alle opere che realizzavano.
Ed i responsabili della Diocesi e non solo loro,ma anche i burocratici pubblici, hanno lasciato stare.
Si sono sentiti moderni ,dimentichi che una Chiesa non è un quadro od una scultura,che quando è passata la moda,può essere nascosta in soffitta. Il Fabbricato Sacro è una testimonianza che resta nei secoli avvenire,alla vista dei fedeli e dei viandanti .
I futuri abitanti della Stazione o chi passerà sulla strada ,negli anni avvenire,quando si troveranno davanti la Chiesa e chiederanno notizie degli autori,non avranno nemmeno la soddisfazione di avere una risposta alla domanda “ Ma chi è stato ?”

LA CHIESA PARROCCHIALE DELLA STAZIONE
Sta nascendo lungo la statale Flaminia,dopo il passaggio a livello ferroviario, sulla sinistra, scendendo verso Foligno. Ha preso posto facendosi spazio tra le altre case,tutte costruzioni di abitazione per lo più unifamiliari, non di lusso ma ben fatte,di altezza non superiore al secondo piano,tutte col tetto spiovente ,intonacate con colori tenui,dal rosa al grigio,espressione di forme che la tradizione ha trasmesso di generazione in generazione ,tutte in bell'ordine ,allineate a destra ed a sinistra della strada.
Il confine della stretta vallata è segnato dai due fiumi,il Topino ed il Caldognola che scendono poco distanti serpeggiando tra i campi declinanti dolcemente dalle colline che attorno l'abbracciano tra alberi di specie diverse,in una armonia di linee, di spazi ,di colori,di rumori,di vita della gente tranquilla che abita le case.Della gente che è inserita da sempre nel territorio ,nell'ambiente naturale dove ha le sua radici.
Il nuovo fabbricato che sta nascendo è un intruso nell'ambiente .Hanno sbagliato indirizzo.Era destinato alla pianura desolata del Texas,per fare compagnia ai bisonti.
Si è fatto largo con prepotenza,rompendo l'equilibrio esistente a forza di ferro e di cemento armato,mostrando tutta la sua supremazia con l'altezza rispetto agli altri fabbricati ,con i volumi racchiusi in linee rette decise, chiuse ad angolo retto senza alcun ripensamento nella dolcezza di una curva,volumi senza proporzione, minacciosi, sorretti da pilastri possenti.
Il prospetto principale , a tre metri dal ciglio stradale, è costituito da un piccolo avancorpo sulla sinistra con al centro esili fessure sul cemento rappresentanti una croce.
Unico segno di tutto il complesso per indicare che quella è una Chiesa.
Leggermente ,in posizione arretrata, la parete principale dell'area destinata al culto,completamente aperta sulla pubblica via con due con ampie vetrate bianche con infissi di alluminio,una delle quali costituisce l'ingresso principale per i fedeli nella Chiesa
.Avanti allo scatolone di cemento che contiene il luogo sacro,fanno guardia due possenti pilastri di cemento armato che dalla terra salgono a sorreggere una altrettanto possente barriera di ferro e cemento che ,da tettoia , copre e protegge lo spazio sottostante riservato alla funzione religiosa.
La potenza e la forza della tettoia scende dall'alto a premere pesantemente sul suolo per richiamare l'oppressione del cielo sulla fragile terra dove ,chi la abita, curva la schiena,impedito di alzare la testa.
Solo sulla sinistra,leggermente distaccato dal corpo principale del fabbricato,in una posizione più interna rispetto alla strada,un altro muro di cemento armato,più esile e slanciato,ha la forza di superare di pochi metri , verso l'alto,l'altezza della tettoia per un esile respiro.
Non è un campanile per richiamare i fedeli alle funzioni religiose.E' una chiave inglese stilizzata rivolta in alto a sbullonare il cielo.O meglio,a chi percorre la statale Flaminia che taglia la sovrastante collina,dove il complesso offre chiaro spettacolo,appare come trampolino di lancio di una piscina olimpica.
Già perchè tutto il complesso è tinteggiato di colore celeste,come quello degli impianti sportivi acquatici.
Sul fianco destro dello spazio destinato al culto,in continuazione dello stesso ma in una posizione leggermente arretrata rispetto alla strada ed in parte sotto il livello stradale,non coperto e tutelato dalla possente tettoia,quasi a mimetizzarsi ,scorre il corposo fabbricato riservato alle esigenze del Parroco.
Non saranno pochi gli automobilisti di passaggio sulla statale che,fermi in attesa dell'apertura del passaggio a livello della ferrovia,disattenti , scenderanno dalle auto,apriranno la porta di alluminio
del complesso,metteranno dentro la testa e chiederanno un bitter Campari.O chi cercherà la pompa della benzina confuso dal fatto che quasi tutti i distributori di carburante lungo le strade presentano tettoie e muraglie in cemento simili a quella che hanno davanti agli occhi.
Considerando le migliaia di quintali di cemento e ferro impiegati nella costruzione massiccia e la dimensione enorme dell'intero complesso,ci si aspetta ,all'interno,l'esistenza di uno spazio destinato al culto di dimensioni enormi.Una basilica.Entrando all'interno si resta delusi.L'area sacra,dove i fedeli si raccoglieranno per pregare in comunione con Dio,è limitatissima rispetto alla superficie totale costruita.
Ha una forma geometrica irregolare,compresa tra l'ampia vetrata prospiciente la strada ed il sito
destinato all'altare,delimitato da un riquadro rientrante nel muro principale,con sovrastanti sette
vasi circolari rovesciati con il bordo in alluminio che dovrebbero gettare sull'assemblea dei fedeli
fasci colorati di luce al neon,come quelli delle discoteche.
A sinistra dell'entrata una parete con una rientranza nella quale dovrebbe prender posto la musica.
Sulla destra la parete è limitata da tre pilastri al di là dei quali dovrebbero alloggiare in piccoli spazi,il fonte battesimale e la sagrestia.E' da lì che inizia il corridoio che scende ad unire il luogo di preghiera dei fedeli alle stanze riservate al Parroco.
Sopra il soffitto,sul capo degli oranti, pesanti vasche in cemento, rovesciate verso il basso,a respingere ogni tentazione di elevazione spirituale degli uomini.
Non c'è stata cura nell'accogliere e convogliare la luce naturale dal cielo dentro la casa di Dio creando quell'atmosfera di silenziosa pace che agevola l'uomo nella ricerca di se stesso in comunione con gli altri fedeli e con Dio.Qui la luce entra in libertà dagli spazi vuoti lasciati dai volumi del cemento e dalle vetrate enormi sulla strada,insieme al rumore ed al frastuono delle macchine .
C'è stato un deragliamento dai binari che conducono alla funzionalità dell'architettura religiosa.
Nasce legittima una domanda: Si è voluta edificare una Chiesa o la casa del Parroco?

La CHIESA DI CASEBASSE.
Anche questa è stata costruita ex novo da pochi anni,dopo il terremoto.
Vista da lontano,dalla strada Septemdana,sulla sinistra dopo il bivio per Bagni, è un parallelepipedo piatto che sembra contraddire l'ambiente naturale,ma una enorme Croce ,che troneggia sulla facciata principale invita immediatamente al rispetto e richiama la sua destinazione sacra.
Avvicinandosi ci si rende conto che la figura geometrica non è piatta. La facciata principale è concava,si ritrae per accogliere all'interno della struttura ,in comunione religiosa , la natura e la gente che la vive. E su uno sfondo di colore bianco antico,attraversato da cretti che scendono dall'alto in basso come fiammelle d'amore, è una enorme Croce , tappezzata di materiali colorati,sin sopra la porta d'ingresso principale, pesante,in legno,di colore scuro.
Ma la vera scoperta,la vera sorpresa si ha varcando la porta d'ingresso.Svaniscono tutti i dubbi che l'aspetto esteriore del complesso può ingenerare.Chi l'ha realizzato ha voluto che la Chiesa non sia fatta per i turisti ,per i critici dell'arte e per i visitatori ma per i fedeli.
La pianta è rettangolare,semplice,con alte pareti laterali in mattoni. Sulla parete destra tre leggere aperture orizzontali danno spazio alle prime luci dell'alba che scendono dall'Appennino.
In fondo è l'altare,leggero , con sopra un magnifico Tabernacolo.
Sopra in alto,due elementi in rame degradano dall'ingresso sino all'Altare con un movimento che copre quasi per intero il soffitto,come leggere tende che scendono dall'alto a proteggere gli oranti.
La luce è diffusa.
Le linee architettoniche,gli spazi,i materiali utilizzati non creano scompiglio,non si contrastano e realizzano appieno lo scopo per il quale il fabbricato è stato realizzato.
E non solo ,perchè la Chiesa di Casebasse ha anche tenuto conto del principio religioso che a Dio si giunge solo percorrendo le tracce,i segni,i saperi che ci sono stati donati e senza i quali la Fede si smarrisce.
Gli spazi e le pareti non sono vuoti ma sono arricchiti dai simboli del culto cristiano,da sculture , poste sulle pareti laterali ,che ricordano la Passione di Gesù; sopra l'altare un importante quadro del 300 rappresentante la Crocefissione; sul lato destro una statua lignea della Madonna anch'essa del 300.
Una bella Chiesa che rispetta per intero i canoni della architettura religiosa con tanti richiami alla memoria della Chiesa di Madre Speranza a Collevalenza di Todi, realizzata dal grande architetto spagnolo Julio La Fuente.
Certo,c'è anche la casa del Parroco,ma è in ombra,timida,nascosta ,umile e povera ancor più della Chiesa.Sono stati rispettati gli ordini,anche in questo

Angelo Frillici








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