martedì 25 febbraio 2014



Non sono fascista.
Sospira una bella canzone di Modà “ T'immagini se si si potesse non morire” Io aggiungerei “Se per non morire bastasse avere un Duce,che,per un solo anno, potesse comandare e per decreto legiferasse i sogni di Renzi,facendoli realizzare”
Sono fascista?Non diciamo caxate.
Digerirei la dittatura di un Duce di cartone-come scriveva Montanelli-che riuscisse a distruggere la miriade di odiosi ducetti veri,nascosti nell'ombra,che ,ogni giorno, avvolgono,strangolano,opprimono,sfruttano i cittadini,privandoli della fiducia nell'avvenire.E' il blocco burocratico-corporativo,che davvero comanda in Italia,che fa il bello e cattivo tempo.Altro che Parlamento e Governo.Sono il Consiglio di Stato,il TAR,la Corte Dei Conti,l'authority,l'alta burocrazia,i direttori generali,i capigabinetto,i capi degli uffici legislativi,i vertici di gran parte delle fondazioni bancarie,i membri dei CdA delle oltre ventimila SpA a partecipazioni pubblica al centro ed alla periferia.
E difronte ad una corazzata tanto forte ed organizzata come quella di veri poteri forti,quei tanti ignorantelli e sprovveduti che oggi siedono sui banchi della Camera e del Senato e che da ieri
stanno leggendo i loro compitini scolastici ,rappresentano un raccogliticcio esercito di Franceschiello,sena armi e senza cervello.Un esercito che, temo,non permetterà di realizzare i bei sogni e le belle speranze di Matteo Renzi.

mercoledì 19 febbraio 2014



IL PROGRAMMA DI GRILLO.
Ho seguito l'incontro odierno tra Grillo e Renzi. Finalmente ho conosciuto il programma dei grillini in materia di lavoro.
Ha detto Grillo:Noi vogliamo distruggere il sistema attuale.Bisogna guardare la realtà a testa in giù,legandosi i piedi al soffitto.Secondo il sistema attuale,al primo posto c'è il lavoro che produce
ricchezza ed il reddito,cioè il pane quotidiano del lavoratore. Oggi però le macchine “ lavorano al nero”-come ha detto Grillo-perchè riducono il lavoro e creano la disoccupazione.Ha portato l'esempio dell'industria degli elettrodomestici, dove l'innovata tecnologia dei macchinari ha determinato il crollo del prezzo di vendita della merce prodotta e la perdita dei posti di lavoro.
Qual'è il programma di Grillo per risolvere il problema? Molto semplice:Spostare al primo posto,non più il lavoro,ma il reddito. Dando retribuzione a tutti si crea il lavoro.Sarà il reddito a produrre il lavoro.Addirittura Grillo ha chiesto di modificare l'articolo 1 della Costituzione ,che non deve essere “L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro” ma “ L'Italia è una Repubblica fondata sul reddito”
Grillo non ha però spiegato il miracolo di come riuscirebbe a creare reddito senza prima lavorare.
Solo guardando il mondo a testa all'ingiù si possono credere a certi programmi.Mi consola il fatto di non essere io l'unico a non comprendere Grillo.Subito dopo l'incontro con Renzi,quattro senatori della compagine grillina,ragionando con la testa in su,hanno formalmente comunicato il loro dissenso dalle idee del loro Duce.

martedì 18 febbraio 2014



CONTRADDIZIONI.
In nome del popolo italiano”,Berlusconi è degno di essere ricevuto al Quirinale dal Presidente Napolitano per collaborare alla formazione del Governo.
In nome del popolo italiano”,i Giudici di Milano hanno sentenziato che Berlusconi è un delinquente degno di galera.
Contraddizione:Se uno è dichiarato delinquente non dovrebbe essere degno di accedere al Quirinale.
Quale è la volontà popolare,quella che lo legittima uomo politico o quella che lo indica delinquente?
In democrazia,e la Costituzione italiana lo conferma,è riconosciuto al popolo la sovranità esclusiva della nomina del Parlamento che legifera.Il popolo tramite il voto elettorale sceglie e conseguentemente giudica,approva e condanna l'agire degli eletti.Se un politico non riceve la fiducia degli elettori,non entra in Parlamento.
Berlusconi nelle ultime elezioni ha ricevuto il consenso di oltre dieci milioni di elettori che lo hanno legittimato alla presenza in Parlamento.Giustamente,quindi, “in nome del popolo italiano” Berlusconi è stato autorizzato ad incontrare il Presidente Napolitano al Quirinale.
Diversa è la sentenza di condanna emessa dai Giudici di Milano contro Berlusconi.I magistrati non rappresentano la volontà popolare perchè non eletti ma burocrati vincitori di un concorso,incaricati di applicare le leggi fatte dal Parlamento.Non c'è rapporto diretto tra la decisione valutativa e del tutto personale del Giudice ed il popolo italiano. Dichiarare le sentenza emessa da un Giudice “in nome del popolo italiano”è fuorviante.
L'impianto istituzionale dello Stato, a garanzia della democrazia ,evita la contraddizione del caso
Berlusconi,impedendo che una sentenza emessa da un Giudice possa rendere inefficace la sovranità costituzionale del popolo.
L'articolo 68 della Costituzione italiana,sino all'anno 1993,prevedeva l'istituto della immunità parlamentare,consistente in una serie di garanzie che ,quasi tutti gli ordinamenti giuridici del mondo riconoscono agli eletti in Parlamento per sottrarli al giudizio,a volte interessato,della magistratura.
In forza dell'originario articolo 68 della Costituzione,senza preventiva autorizzazione della Camera dei deputati era vietato all'autorità giudiziaria,procedere ad intercettazioni delle conversazioni o comunicazioni e procedere all'azione penale a carico degli eletti in Parlamento, sino a quando il parlamentare non fosse decaduto dalla carica pubblica.
Vigendo ancor oggi tale istituto,Berlusconi non sarebbe stato sottoposto a giudizio penale dai Giudici,a meno che la Camera non lo avesse espressamente autorizzato,e la contraddizione attuale non sarebbe esistita.
E' successo invece che nel 1993,in piena bufera di tangentopoli,il Parlamento terrorizzato si prostrò
alla magistratura deliberando la riforma costituzionale dell'articolo 68 ed eliminando l'autorizzazione preventiva della Camera per l'esercizio della azione penale ed escludendo dall'immunità parlamentare il caso in cui un deputato dovesse essere perseguito in virtù di una sentenza di condanna passata in giudicato.
Le due mozioni parlamentari che avviarono la riforma costituzionale del 1993 erano firmate da Bossi,Maroni e Castelli della Lega e da Fini,Gasparri e La Russa del Movimento Sociale.All'indomani della mancata concessione da parte della Camera dei deputati di procedere nei confronti di Craxi,il camerata Fini scrisse al procuratore di mani pulite Francesco Saverio Borrelli per esprimere sdegno “ ed amarezza che pervadono la nazione di fronte allo scandaloso verdetto che il regime si è autoconfezionato”
Fu quello un bel regalo che gli amici di Berlusconi fecero alla magistratura che ,da allora,in nome del popolo italiano,ebbe il potere di determinare la nascita e la caduta di governi,l'ascesa e la caduta di uomini politici,di interferire nell'attività parlamentare.
Sarebbe un atto di coraggio,per la tutela della sovranità costituzionale del popolo ,se il Parlamento,
tra le prossime modifiche costituzionali che Renzi promette,reintegrasse la immunità parlamentare com'era stata voluta e deliberata dai Padri fondatori della Carta Costituzionale.
Non per un favore a Berlusconi,che non lo merita,ma per la tutela dei membri che, in futuro,il popolo italiano,eleggerà in Parlamento.