CONTRADDIZIONI.
“In nome del popolo
italiano”,Berlusconi è degno
di essere ricevuto al Quirinale dal Presidente Napolitano per
collaborare alla formazione del Governo.
“In nome del popolo italiano”,i
Giudici di Milano hanno sentenziato che Berlusconi è un delinquente
degno di galera.
Contraddizione:Se
uno è dichiarato delinquente non dovrebbe essere degno di accedere
al Quirinale.
Quale è la volontà
popolare,quella che lo legittima uomo politico o quella che lo indica
delinquente?
In democrazia,e la
Costituzione italiana lo conferma,è riconosciuto al popolo la
sovranità esclusiva della nomina del Parlamento che legifera.Il
popolo tramite il voto elettorale sceglie e conseguentemente
giudica,approva e condanna l'agire degli eletti.Se un politico non
riceve la fiducia degli elettori,non entra in Parlamento.
Berlusconi
nelle ultime elezioni ha ricevuto il consenso di oltre dieci milioni
di elettori che lo hanno legittimato alla presenza in
Parlamento.Giustamente,quindi, “in nome del popolo
italiano” Berlusconi è stato
autorizzato ad incontrare il Presidente Napolitano al Quirinale.
Diversa
è la sentenza di condanna emessa dai Giudici di Milano contro
Berlusconi.I magistrati non rappresentano la volontà
popolare perchè non eletti ma
burocrati vincitori di un concorso,incaricati di applicare le leggi
fatte dal Parlamento.Non c'è rapporto diretto tra la decisione
valutativa e del tutto personale del Giudice ed il popolo
italiano. Dichiarare le sentenza
emessa da un Giudice “in nome del popolo italiano”è
fuorviante.
L'impianto
istituzionale dello Stato, a garanzia della democrazia ,evita la
contraddizione del caso
Berlusconi,impedendo
che una sentenza emessa da un Giudice possa rendere inefficace la
sovranità costituzionale del popolo.
L'articolo
68 della Costituzione italiana,sino all'anno 1993,prevedeva
l'istituto della immunità parlamentare,consistente
in una serie di garanzie che ,quasi tutti gli ordinamenti giuridici
del mondo riconoscono agli eletti in Parlamento per sottrarli al
giudizio,a volte interessato,della magistratura.
In
forza dell'originario articolo 68 della Costituzione,senza preventiva
autorizzazione della Camera dei deputati era vietato all'autorità
giudiziaria,procedere ad intercettazioni delle conversazioni o
comunicazioni e procedere all'azione penale a carico degli eletti in
Parlamento, sino a quando il parlamentare non fosse
decaduto dalla carica pubblica.
Vigendo ancor oggi
tale istituto,Berlusconi non sarebbe stato sottoposto a giudizio
penale dai Giudici,a meno che la Camera non lo avesse espressamente
autorizzato,e la contraddizione attuale non sarebbe esistita.
E' successo invece
che nel 1993,in piena bufera di tangentopoli,il Parlamento
terrorizzato si prostrò
alla magistratura
deliberando la riforma costituzionale dell'articolo 68 ed eliminando
l'autorizzazione preventiva della Camera per l'esercizio della azione
penale ed escludendo dall'immunità parlamentare il caso in cui un
deputato dovesse essere perseguito in virtù di una sentenza di
condanna passata in giudicato.
Le due mozioni
parlamentari che avviarono la riforma costituzionale del 1993 erano
firmate da Bossi,Maroni e Castelli della Lega e da Fini,Gasparri e La
Russa del Movimento Sociale.All'indomani della mancata concessione da
parte della Camera dei deputati di procedere nei confronti di
Craxi,il camerata Fini scrisse al procuratore di mani pulite
Francesco Saverio Borrelli per esprimere sdegno “ ed amarezza che
pervadono la nazione di fronte allo scandaloso verdetto che il regime
si è autoconfezionato”
Fu quello un bel
regalo che gli amici di Berlusconi fecero alla magistratura che ,da
allora,in nome del popolo italiano,ebbe il potere di
determinare la nascita e la caduta di governi,l'ascesa e la caduta di
uomini politici,di interferire nell'attività parlamentare.
Sarebbe un atto di
coraggio,per la tutela della sovranità costituzionale del popolo ,se
il Parlamento,
tra le prossime
modifiche costituzionali che Renzi promette,reintegrasse la
immunità parlamentare com'era stata voluta e deliberata dai
Padri fondatori della Carta Costituzionale.
Non per un favore a
Berlusconi,che non lo merita,ma per la tutela dei membri che, in
futuro,il popolo italiano,eleggerà in Parlamento.
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